I PATTI DI DECIMA - cosa sono e come scioglierli

I PATTI DI DECIMA VENGONO FATTI IN UN MOMENTO DELLA NOSTRA VITA  IN UNA DELLE NOSTRE VITE PASSATE, OPPURE E' UNA DECISIONE CHE SI PRENDE IN QUESTA VITA MA CHE NON E' DETTO CHE SI RICORDI
Si può presupporre di aver stipulato un qualche patto di Decima nelle vite precedenti quando :
-I soldi arrivano ma qualcosa sembra portarli via.
-Ti senti sempre in debito anche se non sai perché o con chi.
-Aspetti che da un momento all'altro ti arrivi un pagamento che invece non arriva mai.
-Senti che per quanti sforzi fai ti arriva sempre meno di quello che ti spetta.
-I tuoi progetti non si realizzano mai o si bloccano di continuo senza dare frutti.
Cos'è il patto di decima?
La decima, riconosciuta anche nelle pratiche spirituali o esoteriche, è la percentuale dei guadagni da destinare a Dio, sotto forma di beneficenza o offerte. E' solo ed esclusivamente per Dio ( Non inteso come Dio della religione Cristiana - ci tengo a sottolineare - ma come Dio unico a prescindere dalla propria religione e/o credo )
E' il modo di riconoscere la gratitudine per ciò che ci ha dato, per l'aiuto e la guida nel raggiungere il guadagno.
E' un modo per mettere a tacere il senso di colpa che spesso si prova nel ricevere, nell'essere felici e che ci sabotiamo distruggendo in un attimo i risultati positivi dovuto a ''abitudini mentali'' che non mettiamo mai in discussione.
E' ciò che ci mette al riparo da inganni, maldicenze, invidie, malefici.
Per questo deve essere solo ed esclusivamente di Dio.
Ma capitava tra maestro e allievo, nei settori più svariati, oppure tra commercianti, che chi doveva imparare ma non aveva abbastanza denaro, o chi doveva investire in qualche attività e non aveva soldi sufficienti, si accordasse di pagare in un secondo momento, dando una decima dei suoi guadagni futuri.
Oppure, nelle scuole iniziatiche, era il maestro stesso che lo esigeva dai suoi allievi.
La decima tolta a Dio. L'inizio della sciagura economica
perchè è l'atteggiamento mentale ed il punto di vista con il quale si agisce che 
crea il nostro problema.
E poi perché si aprono porte pericolossime per entrambe le parti del patto:
CHI ACCETTA DI PAGARE Diventa debitore per sempre, sempre si sentirà in debito.
Sempre una parte di ciò che guadagna gli scivolerà via per andare al "creditore" anche se non esiste più fisicamente e non si ricorda il patto.
Una parte, la più grossa, scivolerà via perchè niente viene riconosciuto a Dio, quindi nessun progetto va a buon fine.
Energeticamente si crea un gancio che gli porta via energia (denaro in forma sottile, eterea).
CHI ACCETTA DI RICEVERE LA DECIMA Si mette al posto di Dio.
Per sempre sarà costretto a prendere su di sé il destino dei suoi allievi, o delle persone che lavorano per e con lui, senza un guadagno adeguato.
Si sentirà in dovere di dare ricevendo poco indietro, sperando in maggiori guadagni futuri che non arrivano mai.
Nella speranza di ricevere ciò che gli spetta, continuerà a dare molto più di quanto richiesto, creando delle dipendenze emotive/energetiche con gli altri in questo gioco del "per sempre mi sarai debitore".
E' ora di ripulire questi patti che non sappiamo più di avere, così da tornare padroni della nostra energia, della nostra relazione con il denaro, e soprattutto del nostro rapporto con Dio, perché la DECIMA può e deve SOLO andare a lui.
PREGHIERA PER SCIOGLIERE I PATTI DI DECIMA
Per sciogliere questi patti puoi chiedere l'aiuto dell'Arcangelo Michele che recida i cavi che ti vincolano alle persone coinvolte, in questa esistenza e nelle precedenti, e poi afferma con convinzione dentro di te:
Io (nome e cognome) in qualità di uomo/donna adulto/a,
Chiedo che tutti i patti di DECIMA fatti in questa esistenza, 
e in tutte le mie precedenti incarnazioni 
dall'inizio del tempo fino ad ora,
in ogni realtà, tempo, spazio e dimensione tra i tempi,
da me, dalla mia famiglia o dai miei antenati,
vengano onoranti nel passato ma sciolti ora e per sempre,
per me e per tutte le persone coinvolte,
affinché tutte le parti vengano liberate da questo vincolo di decima,
nel nostro massimo bene supremo,
nel più alto e migliore dei modi,
e che vengano sciolte e cancellate tutte le conseguenze del patto,
in questa vita, in tutte le precedenti vite, e in tutte le vite future, 
mie e della mia famiglia
e che tutti i miei progetti e i miei guadagni
vengano liberati da questo debito con gli uomini
e tornino sotto la benedizione di Dio
con tutta la mia gratitudine.
Chiedo che questo venga fatto ora, per sempre e per l'eternità,
con l'aiuto dell'Arcangelo Michele.
Grazie, grazie, grazie
E' fatto
E' fatto
E' fatto
Sono libero.
Questa liberazione dal patto di decima si può fare una volta sola se senti che ti arriva nel profondo, oppure ogni giorno, finché non senti che qualcosa avviene in te. Di solito si ripetono per 21 giorni.
Non sempre si è pronti a lasciare andare l'attaccamento alla povertà perché per l'ego è un'identificazione potente.
La decima è un tributo di un "decimo", che è esistito fin dall'antichità. Attualmente si può vedere la trasformazione con il finanziamento ''Cessione del quinto'' dello stipendio.
Nell'antica Roma, era la decima parte del reddito che l'agricoltore doveva all'erario come imposta.
Nella Bibbia, la decima (in ebraico מעשׂר, ma‛ăśêr, in greco δεκάτη, dekatē) era una tassa imposta sugli agricoltori e allevatori di bestiame della decima parte dei prodotti del suolo e del gregge per sostenere i Leviti e i sacerdoti. (Levitico, 27:30-32).
Alcuni affermano che la decima era già praticata in tempi antichissimi come segno di riconoscenza a Dio dal quale proviene ogni cosa (Genesi, citando gli episodi di Abramo e Melchisedek e il voto di Giacobbe in Genesi capitoli 14 e 28 14:20; 28:22). Comunque, nel episodio di Genesi 14, Abramo diede la decima parte del bottino di guerra a Melchisedek, non della sua proprietà personale, e inoltre restituì il 90% del bottino al re di Sodoma.
(Genesi 14:21-24 "Poi il re di Sodoma disse ad Abramo: «Dammi le persone, e prendi i beni per te». 22 Ma Abramo rispose al re di Sodoma: «Ho alzato la mia mano all'Eterno, il Dio Altissimo, padrone dei cieli e della terra, 23 che non avrei preso niente di ciò che ti appartiene, neppure un filo o un legaccio dei calzari, perché tu non abbia a dire: "Io ho arricchito Abramo". 24 Non prenderò nulla per me ad eccezione di ciò che hanno mangiato i giovani e la parte che spetta agli uomini che sono venuti con me: Aner, Eshkol e Mamre; lascia che essi prendano la loro parte».")
Non c'è nessun passo della Bibbia che dice che Abramo diede "la decima" parte della sua proprietà a qualcuno. Inoltre, il voto di Giacobbe è il contrario di ciò che alcune denominazioni cristiane insegnano: invece di dare la decima parte della sua proprietà prima di ricevere le benedizioni di Dio, Giacobbe giura che soltanto se Dio l'avrà benedetto e riportato a casa di suo padre, solo allora avrebbe dato la decima a Dio.
"Genesis 28:2-220 Poi Giacobbe fece un voto dicendo: «Se DIO sarà con me e mi proteggerà durante questo viaggio che faccio, se mi darà pane da mangiare e vesti da coprirmi, 21 e ritornerò alla casa di mio padre in pace, allora l'Eterno sarà il mio DIO; 22 e questa pietra che ho eretta come stele, sarà la casa di DIO; e di tutto quello che tu mi darai io ti darò la decima»." Leggiamo in Genesi 32:13-15 che dopo 21 anni Giacobbe lascia la casa dello zio Labano molto benedetto con mogli, figli e animali ma da nessuna parte troviamo che Giacobbe abbia adempiuto il suo voto: nemmeno a chi avrebbe potuto dare la decima come rappresentante di Dio.
Il Deuteronomio insiste su questo carattere di riconoscenza, manifestato anche dal gioioso banchetto che ne accompagnava la presentazione (Deuteronomio, 12:18; 14:22-26; 12-15).
Le decime servivano a provvedere alle necessità del culto nel tempio ed erano concesse in proprietà ai Leviti (Numeri, 18:20-24). Questi, a loro volta, davano ai sacerdoti la decima di quel che possedevano (Numeri, 18:25-28; Neemia 10:37,38). Così, però, la decima perde il suo carattere di sacrificio di riconoscenza.
Nel Giudaismo la decima diventa oggetto di minuziose prescrizioni, cui i Farisei davano grande importanza. Gesù predica contro l'ipocrisia di pagare la decima della menta, dell'aneto e del comino e trascurare lo spirito dei precetti religiosi (Matteo, 23:23; Luca, 18:12).
Nella chiesa apostolica non si trovano esempi di contributi ecclesiastici fissi ed obbligatori, ispirati all'antico uso delle decime.
In Atti 2 si dice invece che le prime comunità cristiane mettevano in comune tutte le proprietà non solo la decima del loro guadagno.
Non vi è nessun esempio nel Nuovo Testamento di cristiani sotto il Nuovo Patto che osservano la legge della decima. In un testo extra-biblico chiamato "didachè" [1] troviamo dei consigli dati ai destinatari dello scritto di prendere "le primizie di tutti i prodotti del torchio e della messe, dei buoi e delle pecore e [darle] ai profeti, perché essi sono i vostri Sommi Sacerdoti"
Ogni vero profeta che vuole stabilirsi presso di voi è degno del suo nutrimento.
Così pure il vero insegnante è degno, come l'operaio, del suo nutrimento.
Prenderai perciò le primizie di tutti i prodotti del torchio e della messe, dei buoi e delle pecore e le darai ai profeti, perché essi sono i vostri Sommi Sacerdoti.
Se però non avete un profeta, date ai poveri.
Se fai il pane, prendi la primizia e dà secondo il precetto.
E così, se apri un'anfora di vino o di olio, prendi le primizie e dalle ai profeti.
Del denaro, del vestiario e di tutto quello che possiedi, prendi poi le primizie come ti sembra più opportuno e dà secondo il precetto. »(Didachè, cap. 13)
È importante non confondere "le primizie" con "le decime": le prime erano un'offerta di una piccola parte del raccolto non legata al concetto di una percentuale dell'intero raccolto. È interessante che né il pastore, né l'apostolo, né l'evangelista vengono menzionati qui; soltanto profeta e insegnante e la quantità è stabilita con l'espressione "come ti sembra più opportuno" (13:7). Inoltre la Didachè aggiunge: "Se però non avete un profeta, date ai poveri." (Didachè 13:4)
Altri passi della Didachè sul dare includono:
« Se grazie al lavoro delle tue mani possiedi (qualche cosa), donerai in espiazione dei tuoi peccati. Darai senza incertezza, e nel dare non ti lagnerai; conoscerai, infatti, chi è colui che dà una buona ricompensa. Non respingerai il bisognoso, ma farai parte di ogni cosa al tuo fratello e non dirai che è roba tua. Infatti, se partecipate in comune ai beni dell'immortalità, quanto più non dovete farlo per quelli caduchi? »
(Didachè, cap. 4:6-8)
« Se qualcuno dicesse per ispirazione: dammi del denaro o qualche altra cosa, non gli darete ascolto; ma se dicesse di dare per altri che hanno bisogno, nessuno lo giudichi. »
(Didachè, cap. 11:12)
« Chiunque, poi, viene nel nome del Signore, sia accolto. In seguito, dopo averlo messo alla prova, lo potrete conoscere, poiché avrete senno quanto alla destra e alla sinistra. Ma se colui che giunge è di passaggio, aiutatelo secondo le vostre possibilità; non dovrà però rimanere presso di voi che due o tre giorni, se ce ne fosse bisogno. Nel caso che volesse stabilirsi presso di voi e che esercitasse un mestiere, lavori e mangi. Se invece non ha alcun mestiere, con il vostro buon senso cercate di vedere come possa un cristiano vivere tra voi senza stare in ozio. Se non vuole comportarsi in questo modo, è uno che fa commercio di Cristo. Guardatevi da gente simile. »
(Didachè, cap. 12:1-5)
Raramente si fa uso di questi passi nei pulpiti di oggi quando si predica sul dare.
Con il V ed il VI secolo, la pratica della decima si stabilisce in tutta la Chiesa occidentale. Nell'VIII secolo, i governanti carolingi rendono la decima parte della legge civile.
Con il XII secolo i monaci, ai quali prima era stato proibito di ricevere decime mentre era loro richiesto di pagarle per poterne in parte godere, furono liberati dall'obbligo del pagamento. Sorgono così controversie sulle decime quando il popolo cerca di evadere il pagamento mentre altri cercavano di appropriarsi di queste entrate.
Le decime medioevali erano suddivise in prediali, dovute dai frutti della terra, personali, dovute dal lavoro; miste, dovute dal prodotto del bestiame. A loro volta queste ultime erano divise in grandi (derivate dal grano, dal fieno e dal legno) destinate al rettore o al curato della parrocchia; e piccole, da altre decime prediali, più le miste e le personali che andavano al parroco.
Il verso dantesco di elogio a San Domenico è di non aver richiesto le decime che sono dei poveri di Dio.
In Inghilterra, soprattutto nel XVI secolo e nel XVII secolo, la prescrizione delle decime era fonte di intensi conflitti, dato che la Chiesa di Stato per sopravvivere dipendeva dalle decime. I puritani inglesi ed altri volevano l'abolizione delle decime in favore di contributi volontari per il sostegno del clero. La questione delle decime, però, fa sorgere dispute senza fine ed amarezza, il che è concausa della Guerra civile inglese. Dopo la guerra civile, la decima legislativa sopravvive in Inghilterra fino al XX secolo.
Dalla fine del XVIII secolo e nel corso del XIX secolo le decime ecclesiastiche furono abolite nella maggior parte dei Paesi europei. In Francia la tassa fu abolita nel 1789, in Portogallo nel 1832, in Spagna nel 1841, in Irlanda nel 1871, in Italia nel 1887. In Inghilterra, nel 1836 la decima sui terreni fu convertita in un canone annuale da pagare alla parrocchia; nel 1936 la tassa fu abolita e sostituita da un'imposta annuale da versare allo Stato fino al 1996[2].
Oggi le legislazioni di alcuni Paesi europei prevedono l'esistenza di un'imposta ecclesiastica come la Kirchensteuer in Germania, che è pagata obbligatoriamente dai fedeli che sono iscritti negli elenchi di appartenenza alle religioni riconosciute dallo Stato. Altri Paesi prevedono invece il versamento alle religioni riconosciute dallo Stato di una quota del gettito fiscale in base alle scelte effettuate dai contribuenti, che in Italia corrisponde all'otto per mille.
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1. I PATTI DI DECIMA - che cosa sono - come si sciolgono - la storia
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Grazie, a presto Maria Jencek - Satyabhama devi dasi